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Il gioco dei robot

di Oriana Picceni

Che cosa possono fare insieme un bambino e un robot?

A risponderci è Edoardo Datteri, che si occupa da anni di ricerca in robotica e filosofia della scienza presso il Dipartimento di Scienze Umane della Formazione 'R. Massa' Università degli Studi di Milano Bicocca, e oggi è docente dei corsi di robotica organizzati da Yunik (a Milano, dal 23 marzo) per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie.

"Oggi si parla moltissimo di robotica e normalmente questa disciplina è usata per insegnare il coding ai bambini. Nei percorsi studiati da Bicocca l'approccio è quello di sviluppare la robotica educativa, utilizzando la programmazione di piccoli robot per aiutare lo sviluppo cognitivo. Cerchiamo così di ampliare il concetto di coding dandogli una valenza didattica e multidisciplinare".

 

In che modo Bicocca e Yunik hanno unito le loro forze?

"La collaborazione tra l'università e questa associazione, che mira ad aiutare bambini e ragazzi a scoprire e valorizzare i propri talenti, è un progetto nuovo e decisamente interessante. L'idea è quella di parlare di robotica anche da un punto di vista trasversale, che coinvolga prima di tutto l'esercizio del pensiero critico, la capacità di lavorare in gruppo e quella di comunicare le proprie opinioni in modo chiaro. Il tutto attraverso un'esperienza che deve essere principalmente divertente. Per questo le attività proposte sono sempre giocose e i bambini interagiscono con i robot in due modi: attraverso giochi di programmazione, in cui si costruisce e programma un robot, oppure attraverso la robo-etologia, in cui i partecipanti devono capire come funziona un robot già programmato".

 

Che attitudini sviluppa un corso del genere nei ragazzi?

"A parte le competenze disciplinari, relative alle diverse materie che cerchiamo di coinvolgere nel concetto di robotica educativa, la cosa su cui puntiamo è il lavoro di gruppo. Le attività che proponiamo sono infatti di tipo collettivo e spingono i ragazzi a risolvere i problemi e a trovare le diverse soluzioni insieme".

 

Oggi che l'uso massiccio dei social tende a confondere vita reale e virtuale, è importante che i ragazzi sviluppino una maggiore conoscenza (e coscienza) della tecnologia da un punto di vista prettamente scientifico?

"I robot sono strumenti tangibili che danno un contatto molto concreto con la tecnologia e permettono quindi un uso più consapevole delle sue basi. Credo sia molto importante che i ragazzi di oggi la sperimentino a partire proprio dalla sua concretezza".

 

Non resta che scegliere il corso più adatto ai propri gusti (e alla propria età): Il gioco dello scienziato, dedicato ai bambini dai 7 ai 10 anni, o Lo zoo dei robot, pensato per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado. Nel primo, l'idea è coinvolgere i giovanissimi scienziati nell'osservazione di un piccolo robot pre-programmato per scoprire come funziona: ed ecco che creatività, tecnologia e scienza si fondono per raccontare la storia di 'un robot un po' bizzarro che è stato ritrovato su un pianeta lontano'… tutto il resto è scoperta e intuizione. Nel secondo corso, invece, lo scopo del gioco sarà quello di interagire con un piccolo animale robotico, il cui comportamento dovrà essere programmato in modo che replichi quello di un animale reale, oppure quello di uno inventato.

Via libera alla fantasia, quindi, ma con un unica regola, ci ricorda Edoardo Datteri: "Giocare a pensare!"

 

Per chi volesse farsi un'idea più precisa, i due corsi saranno presentati sabato 19 marzo presso Yunik (via Palanzone 12, Milano), dalle 10 alle 12.

 

Per chi di robotica ne sa già qualcosa, ma anche per chi è curioso, l'appuntamento è a maggio (12 e 13) al Festival della Robotica Educativa, organizzato dalla rete Amicorobot in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano Bicocca. Stay tuned!